Strategie nel New Normal: la formazione per superare il mismatch delle competenze essenziali
I dati diffusi nell’ultimo bollettino Excelsior fotografano una ripresa incoraggiante dell’occupazione: il flusso di assunzioni nel 2021 si è attestato a circa 4,6 milioni di unità, +0,5 punti rispetto al periodo pre-pandemia. I driver principali di questo trend sono le competenze digitali (il 71% delle imprese ha investito in trasformazione digitale) e la transizione verso un’economia più sostenibile (il 53% investe in competenze green), i due grandi temi su cui punta il PNRR. Tuttavia, la ripresa del mercato del lavoro sta coincidendo con un’impennata del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, con il rischio, sempre più concreto, di frenare la spinta economica. Emblematico è il caso delle costruzioni dove, nonostante la forte ripresa occupazionale, si fatica a reperire personale: parliamo di ben 64mila figure introvabili in più rispetto al 2019. Più della metà (16 su 30) delle professioni con elevata difficoltà di reperimento sono operai specializzati nell’ambito industriale (meccanici collaudatori, saldatori, falegnami, elettricisti nelle costruzioni civili, installatori di impianti di isolamento) e nell’ambito dei servizi (installatori e manutentori di apparecchiature informatiche, operai specializzati nell’installazione e riparazione di apparati di Tlc). Per alcuni di questi profili il mismatch supera abbondantemente il 50% delle richieste delle imprese.
Come il Covid-19 ha cambiato il mercato del lavoro
Il motivo di questo fenomeno è facilmente rintracciabile: l’emergenza da Covid-19 ha mutato radicalmente e definitivamente le nostre abitudini, con effetti diretti, più o meno incisivi, in ogni settore. Sono cambiate le modalità in cui si produce e in cui si consuma, il tutto incentivato anche da una maggiore attenzione dei mercati agli aspetti etici correlati alla sostenibilità dei processi e agli impatti della produzione sull’ambiente. Tutto questo ha comportato inevitabilmente un riflesso notevole sul mondo del lavoro, reinventando in alcuni casi molti settori e figure professionali: negli anni a venire il mercato del lavoro sarà contrassegnato da professionisti iper-qualificati e con competenze molto verticali. Un mercato in cui i nuovi occupati dovranno saper stare al passo con i tempi dettati dall’avanzare di tecnologie come l’intelligenza artificiale e dell’automazione industriale, che contribuirà a generare su scala globale milioni di nuovi posti di lavoro, destinando al pensionamento alcune professioni ormai obsolete. I dati sul fabbisogno e le previsioni occupazionali nel periodo 2019 – 2023, contenuti nel rapporto annuale di Excelsior, anticipano la richiesta di 2,5 milioni di nuovi occupati, fra dipendenti e autonomi, di cui il 70% dovrà possedere competenze elevate per ricoprire mansioni specialistiche e tecniche.
Il digitale e la necessità di sviluppare nuove competenze
Nel dettaglio, le imprese digitali cercheranno tra i 210mila e 267mila lavoratori con competenze matematiche e informatiche per i lavori digitali, e quindi esperti nell’analisi dei dati (data scientist) e nel campo della sicurezza informatica e dell’intelligenza artificiale. Quanto ai cosiddetti “green jobs”, ovvero tutte quelle attività che ricadono nell’ambito dell’economia circolare, variano da 480mila a 600mila unità i lavoratori che saranno ricercati dalle imprese per orientare i propri processi produttivi. Anche le professioni più tradizionali saranno oggetto di evoluzione nei prossimi anni e di conseguenza anch’esse “obbligate” a un passo in avanti sotto l’aspetto delle conoscenze. Pensiamo ad esempio alle professioni come quella del private banker, che sarà uno dei profili più richiesti nel mondo della finanza entro il 2023, oppure come quella del Data Protection Officer, figura professionale nata in seguito al varo della normativa europea GDPR per la protezione dei dati personali. Lo stesso discorso vale per i digital e social media manager e i business developer. I lavori strettamente legati alle tecnologie sono ovviamente in cima alla lista dei desideri e al momento è lo sviluppatore di software la figura più ricercata, mentre la pandemia ha trainato la domanda, già rilevante nel 2019, di manager in campo socio-sanitario, infermieri professionisti e assistenti per la cura della persona a domicilio.
Le difficoltà di reperimento della forza-lavoro, che emerge dagli studi e dalle ricerche attualmente in circolazione sul mercato del lavoro nel post-Covid, non dipende quindi dalla mancanza di inoccupati/disoccupati da assumere, ma è scaturita dell’evoluzione delle tecniche e dei mezzi che rendono obsolete le competenze già possedute. In semplici parole, l’offerta di competenze sul mercato non corrisponde alla domanda: per esempio, le aziende cercano data scientist, sviluppatori di app e esperti di statistica, ma la maggior parte dei laureati non segue percorsi di studio nelle materie tecnico-scientifiche (STEM), come evidenziato in Italia dall’ultimo Osservatorio Competenze Digitali.
Investire nella formazione nel post Covid-19
Entra dunque in gioco la formazione, con un ruolo fondamentale per la ripresa dei mercati nella fase di New Normal, perché offre alle aziende una valida alternativa alla difficoltà di reperire a mercato personale con competenze già consolidate e adeguate ai nuovi scenari di business. In quest’ottica, il focus della formazione post Covid-19 sarà soprattutto sul reskilling, ovvero la riqualificazione del personale finalizzata ad adattare le risorse interne alle diverse attività e necessità di business, ma anche sull’upskilling, finalizzato ad approfondire le competenze di base e trasversali, oltre che tecnico-professionali, per somministrare alle risorse, in particolare quelle più giovani e con meno esperienza, le conoscenze e le abilità necessarie per lo svolgimento del proprio ruolo nei contesti attuali.
Forma-Tec, società di consulenza specializzata nell’individuare e promuovere strumenti rivolti a favorire la competitività delle imprese e lo sviluppo delle risorse umane, è lieta di presentare le opportunità attualmente offerte da Fondimpresa, utili a finanziare la formazione dei dipendenti, in organico o da assumere, per l’acquisizione delle competenze necessarie allo sviluppo del business:
Avviso 2/2022 Competenze di Base:
Con l’Avviso 2/2022 Fondimpresa intende mettere a disposizione delle aziende aderenti un’offerta formativa finalizzata allo sviluppo delle competenze di base e trasversali dei lavoratori, nell’ambito delle competenze chiave per l’apprendimento permanente:
- competenze alfabetico funzionali
- competenze matematiche e competenze in scienze, tecnologie e ingegneria
- competenze personali, sociali e capacità di imparare ad imparare
- competenze in materia di cittadinanza
- competenze in materia di consapevolezza ed espressione culturali
- competenze multilinguistiche
- competenze digitali
- competenze imprenditoriali
Avviso 3/2022 Politiche Attive:
Con l’Avviso n. 3/2022 Fondimpresa finanzia la realizzazione di Piani formativi finalizzati alla qualificazione/riqualificazione e/o all’aggiornamento delle competenze, beneficiata da aziende che in risposta al fabbisogno di figure professionali difficilmente reperibili, procedano a formare disoccupati e/o inoccupati ai fini di una successiva assunzione.
Nel campo della formazione finanziata, Forma-Tec progetta, gestisce e rendiconta progetti di investimento formativo integrati e personalizzati, in ambito aziendale, territoriale o di filiera, contando sulla conoscenza approfondita di tutti gli strumenti agevolativi. Su richiesta dei nostri clienti:
- Analizziamo le competenze del personale interessato dall’intervento e definiamo insieme il progetto di investimento.
- Assistiamo nel processo di gestione e revisione in corso d’opera del tuo programma.
- Costruiamo il modello integrato di sostenibilità dell’investimento ed attiviamo i relativi strumenti.
- Misuriamo i risultati e certifichiamo le competenze acquisite alla conclusione del progetto.
Per ricevere maggiori informazioni, scrivi a progettazione@forma-tec.it oppure chiama allo 06-44172201.