Intervista a Francesca Triozzi, progettare un percorso formativo del Fondo Nuove Competenze

Relativamente al Fondo Nuove Competenze, Forma-Tec ha fino ad oggi presentato progetti per un valore complessivo di 27 milioni di euro e ha gestito un valore complessivo di 81.4 milioni di euro, fornendo consulenza a PMI e Grandi Imprese in tutte le fasi del processo: dalla presentazione, alla gestione dell’erogazione, al governo della fase di attestazione/certificazione delle competenze, al monitoraggio e rendicontazione, alla gestione della relazione con l’Ente finanziatore.

La progettazione è il primo step per iniziare un progetto formativo legato al Fondo Nuove Competenze. Dialogo è la parola-chiave in questa prima fase, in quanto è necessario stabilire con l’azienda quali devono essere le nuove competenze che i lavoratori devono acquisire, al fine di poter rilanciare l’azienda. Di questi argomenti abbiamo parlato con Francesca Triozzi, responsabile dell’area progettazione di Forma-Tec.

Cosa si intende per progettazione di un piano formativo FNC?

“Progettare significa trasformare una domanda di sviluppo o di consolidamento di competenze in un piano di formazione che consegua un apprendimento utile a migliorare la competitività dei lavoratori dell’impresa e a raggiungere gli obiettivi del management. In questa fase è necessario organizzare i fabbisogni aziendali in un sistema di percorsi formativi strutturato secondo le indicazioni del Fondo, individuando, all’interno dell’Atlante nazionale del lavoro e delle qualificazioni professionali, delle competenze in esito ai percorsi formativi destinati ai lavoratori”.

Come viene elaborato il piano formativo per nuove competenze?

“Fin da subito è necessario procedere con l’analisi dei fabbisogni, grazie alla quale capiamo quali sono le competenze che serviranno per soddisfare le esigenze di mercato dell’azienda che chiede di accedere al Fondo. Il nostro compito è quello di analizzare il livello di partenza del personale, ovvero: da dove partire con la progettazione dei contenuti, di quanto tempo hanno bisogno i lavoratori coinvolti per apprendere le nuove competenze, nonché le modalità didattiche più adatte per facilitare l’apprendimento. Questa è la base per costruire i percorsi, correlati al fabbisogno di formazione e agli obiettivi mirati comunicati dal management dell’impresa”.

Entrando nel dettaglio, come si svolge l’analisi del fabbisogno?

“Questa analisi deve essere svolta sia con gli imprenditori che con i lavoratori. I primi hanno un’idea strategica, una domanda di formazione e un obiettivo di carattere commerciale che devono raggiungere, attraverso il contributo dei lavoratori. Questi ultimi presidiano specifici processi aziendali utilizzando le loro competenze tecniche ma non solo. Queste competenze sono il nostro punto di partenza, quindi in fase di progettazione bisogna capire che tipo di percorso i lavoratori devono svolgere per capitalizzare il loro know how e sviluppare nuove conoscenze, utili ad arrivare all’obiettivo che l’azienda vuole raggiungere”.

Possiamo quindi dire che “dialogo” è la parola-chiave in fase di progettazione?

“Certamente. Il dialogo è la chiave per raggiungere gli obiettivi formativi: Forma-Tec è lo strumento tramite il quale alcune idee, alle volte confuse e generiche, degli imprenditori riescono a diventare delle azioni formative complesse e concrete che permettono il raggiungimento di nuove competenze, utili all’azienda soprattutto in questa fase storica che stiamo vivendo”.